Corcos (Assogestioni) auspica “maggiori risorse per le imprese e cospicui investimenti sulla previdenza complementare”. La strada è già tracciata “replicare il modello vincente rappresentato dai PIR il cui successo è andato al di là delle più rosee aspettative”.
Di Daniele Riosa
L’incertezza, come è noto, non aiuta la stabilità dei mercati. Per questo il caso Italia è sotto la lente di ingrandimento della politica europea dopo le elezioni del 4 marzo che hanno portato a una situazione di stallo molto complicata. Le consultazioni sono in corso, ma la matassa, per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è molto complicata da sbrigliare.
La giornata di oggi si concentra sulle sfide che il nuovo governo, una volta formato, dovrà affrontare. Di questo ne parlano il presidente di Assogestioni Tommaso Corcos e Federico Fubini, giornalista del Corriere della Sera. Il presidente di Assogestioni auspica essenzialmente due cose per la nuova legislatura: “Maggiori risorse per le imprese e cospicui investimenti sulla previdenza complementare”. La strada, secondo Corcos, è già tracciata, ovvero “replicare il modello vincente rappresentato dai Piani Individuali di Risparmio il cui successo è andato al di là delle più rosee aspettative”.
Nello specifico “i Piani Individuali di Risparmio a lungo termine hanno tagliato il traguardo del primo anno di vita con un risultato straordinario. Introdotti dalla Legge di Bilancio approvata a fine 2016, durante il loro primo anno di vita i PIR hanno raccolto circa 11 miliardi di euro di risparmi delle famiglie italiane, contribuendo per circa l’11% alla raccolta netta dell’intera industria italiana del Risparmio Gestito. E anche in questi primi mesi del 2018 i fondi legati ai Pir continuano a marciare con il ritmo di raccolta del 2017. In molti casi il fondo PIR è stato sottoscritto in abbinamento con un servizio di accumulo (PAC). Il risparmiatore medio ha quindi scelto di sposare appieno lo spirito del legislatore, sottoscrivendo un piano di versamenti costanti e continui nel tempo con una durata almeno pari a 5 anni”.
“Siamo confidenti – aggiunge Corcos – che lo sviluppo dei PIR continuerà, sostenendo lo sviluppo delle PMI italiane. Le ultime stime presentate a metà marzo nel report “Pir, gli effetti su domanda e offerta di capitale nel mercato borsistico italiano” parlano di un potenziale di 60 miliardi entro il 2021, con una ricaduta sul mondo delle mid-small cap di Piazza Affari pari a 11,5 miliardi di Euro. Ad oggi risultano attivi più di 60 fondi PIR compliant, di cui più del 60% di nuova istituzione”. Corcos conclude guardando al futuro: “Parallelamente al potenziamento dei flussi di finanziamento la nostra attenzione al mondo delle PMI si va allargando anche ai meccanismi di governance, con l’obiettivo di estendere le best practice maturate in questi anni”.
Intanto l’Europa ci guarda e l’obiettivo del Capo dello Stato è quello di far sì che l’Italia si presenti al Consiglio europeo del 28 giugno con un esecutivo in carica. Fubini non nasconde che l’Europa guarda al caso Italia con timore, ma si dice ottimista sul fatto che per quella data ci sarà un governo. Sul tavolo del Consiglio i temi saranno numerosi, uno tra tutti quello delle sofferenze bancarie. Questione che ci riguarda da vicino visto che “ci chiederanno di smaltirle a tappe forzate”. Anche sulla gestione dei flussi migratori si concentrerà il summit e in questo caso è difficile fare previsioni visto che sarà decisivo conoscere quale esecutivo si formerà. Insomma, l’incertezza politica non aiuta, ma le prospettive dell’Italia non sono poi così nefaste. I Pir e le ottime performance negli ultimi anni dei settori tecnologico, farmaceutico e manifatturiero fanno ben sperare.