In uno scenario in trasformazione, emerge tra gli operatori la necessità di capire se esistano, per i risparmiatori, presupposti per il ricorso alle scelte di investimento “fai da te”. Assogestioni ha commissionato uno studio approfondito che verrà presentato al Salone il 4 aprile
Di Diego Martone
La piena applicazione della normativa Mifid 2 ha delineato molte novità per l’industria del Risparmio Gestito, tra cui quelle che riguardano il rapporto con i risparmiatori italiani, sia a livello di adempimenti che di obblighi di trasparenza e rendicontazione, all’interno di un contesto che sta subendo anche tante trasformazioni dovute all’evoluzione dei mercati e delle tecnologie digitali ad esse collegate. In uno scenario come quello delineato, emerge tra gli operatori la necessità di capire se esistano, per i risparmiatori, presupposti per il ricorso alle scelte di investimento “fai da te”, ovvero all’approccio ai mercati diretto grazie alle sempre più estese possibilità offerte dalla Rete.
Per esplorare e dare delle risposte a queste ipotesi, Assogestioni ha incaricato Demia di realizzare uno studio approfondito quali-quantitativo con alcune differenze di target: per la qualitativa un campione tra i 18 e over 75 per la quantitativa un campione statisticamente rappresentativo di risparmiatori tra i 35 e i 74 anni, in possesso di un patrimonio mobiliare investito o investibile di almeno 30.000€. La soglia di patrimonio (che non considera gli immobili) è stata così definita in modo da riuscire a cogliere trend ed insight su un segmento di persone rappresentative della tipologia potenzialmente interessata all’offerta di fondi di investimento.
Parimenti è stato contattato un campione di consulenti bancari e finanziari operanti in Italia con il fine di osservare e confrontare le risposte sui medesimi argomenti, ma con una prospettiva opposta.
I principali risultati dello studio, che saranno presentati durante il Salone del Risparmio 2019 a Milano, confermano l’importanza delle figure dei consulenti, nonostante emerga una certa ritrosia da parte dei risparmiatori a condividere in modo completo la propria situazione patrimoniale. Una fra le tendenze più interessanti emerse è, infatti, quella di parcellizzare il patrimonio, affidando quote delle proprie sostanze ad una tipologia di interlocutore, che delinea strategia, strumenti e prodotti in base ad una conoscenza parziale.
Inoltre, il fai da te assume una connotazione molto “larga” in campo finanziario: dal fai da te puro, in totale autonomia, (fenomeno contenuto ed esercitato prevalentemente su una quota del patrimonio in un’ottica di gambling e/o di hobby) con un dispendio di tempo e un livello di conoscenze non generiche, a quello in cui la scelta finale del prodotto all’interno di una gamma di proposte fatte dal consulente, viene portata avanti dal risparmiatore stesso.