Al Salone del Risparmio i risultati della prima ricerca strutturata che ha coinvolto simultaneamente domanda e offerta
di Nicola Ronchetti, founder & CEO di Finer Finance Explorer
Il tema della sostenibilità e della responsabilità sociale è divenuto di grande attualità alla luce delle catastrofi naturali e degli scandali che continuano ad avere effetti sempre più evidenti anche agli osservatori più distratti e scettici: i danni al pianeta e all’economia reale impongono un rapido cambio di rotta.
La risposta dell’industria del risparmio gestito non si è fatta attendere: le parole e le sigle ESG, SRI e Impact Investing, da quasi sconosciute che erano qualche anno fa, sembrano oggi divenute il nuovo mantra.
Il vero punto di domanda è come questa nuova filosofia di investimento possa trovare terreno fertile anche presso chi la propone direttamente (banche, reti dei consulenti finanziari e asset manager) e soprattutto per l’investitore finale, individuandone i punti di forza da enfatizzare e le eventuali barriere da superare.
Assogestioni ha chiesto a FINER di realizzare una ricerca, che verrà presentata al Salone del Risparmio, per rispondere a questo interrogativo e di analizzare questo tema che sembra ridisegnare l’offerta dell’industria della gestione del risparmio a livello globale.
Per realizzare la prima ricerca strutturata che ha coinvolto simultaneamente domanda e offerta sono stati coinvolti due pubblici di riferimento: 1000 investitori finali, segmentati per tipologia ed entità degli investimenti finanziari (da diecimila euro a oltre un milione di euro) e 700 professionisti, tra consulenti finanziari, private banker, dipendenti bancari, fund selector e asset manager.
Le domande che l’industria del risparmio gestito si pone sono: 1) quale è oggi il livello di sensibilità ai temi ESG? 2) quale il loro livello di conoscenza? 3) quanti e chi sono gli interessati a questo tipo di investimento? 4) cosa spinge o potrebbe spingere l’investitore finale a investire in questi prodotti e cosa invece lo frena?
La ricerca ha anche verificato quanto sia corretta la percezione che l’offerta/la distribuzione ha della propria domanda: la corretta identificazione del profilo di chi è interessato a investire in fondi ESG e l’individuazione di leve e barriere costituiscono la chiave del successo per la proposizione di questo tipo di investimenti.
La ricerca fornisce informazioni chiare e puntuali, sul futuro degli investimenti ESG, ma lancia anche qualche interrogativo: si tratta di una tendenza reale o di una moda passeggera?
Certamente, il mercato sta cavalcando l’onda e oggi pare offrire quasi esclusivamente questo tipo di prodotti al grande pubblico. Potrebbe esserci il rischio che in alcuni casi tutto questo possa tramutarsi solo in una trovata di marketing? Crediamo che non sia così, anche perché se lo fosse, sarebbe un’occasione persa per il mondo della finanza e non solo.