Emergenti sempre in corsa

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La storia non sempre si ripete. E il recente andamento dei mercati emergenti ne è la conferma. Emergenti che questa volta non sembrano aver accusato il cambio di rotta “restrittivo” della Federal Reserve.

 
“La banca centrale americana è nel mezzo del ciclo di inasprimento, dopo aver aumentato il costo del denaro a metà marzo – spiega Andrew Keirle, gestore del fondo T. Rowe Price Emerging Local Markets Bond – Ma, al contrario di quanto avvenuto in passato, l’aumento dei tassi d’interesse non sta causando turbolenze sulle piazze in via di sviluppo. Anche nei giorni precedenti l’ultimo meeting, quando ormai l’atteggiamento più falco del Fomc era ampiamente scontato, il debito dei mercati emergenti ha performato sorprendentemente bene, senza mostrare alcun segnale analogo al taper tantrum del 2013; anzi, ha dimostrato notevole resilienza”.

 
Questo perché gli emergenti hanno anticipato le mosse della Fed. “Il fatto che la Federal Reserve abbia delineato in modo chiaro i propri piani di inasprimento di politica monetaria ha dato ai mercati in via di sviluppo il tempo di prepararsi, anticipando le mosse della banca centrale americana e intensificando nei primi due mesi dell’anno le emissioni di debito, sia governativo sia corporate – fa notare Keirle – Ciò ha fornito protezione contro l’aumento dei tassi. Inoltre, negli ultimi anni le condizioni economiche dei mercati emergenti sono migliorate e molti Paesi hanno implementato aggiustamenti e riforme strutturali difficoltose, ponendosi in condizioni migliori per far fronte al lento e stabile ciclo di rialzo dei tassi pianificato dalla Fed”.

 
A questo si aggiunge un 2017 positivo per quanto riguarda i fondamentali delle piazze emergenti. “Ammesso che la crescita delle piazze in via di sviluppo si stabilizzi a un tasso doppio rispetto a quella dei Paesi sviluppati, l’inflazione degli Emergenti sta scendendo sotto i livelli di quella delle economie avanzate – sottolinea James Barrineau, co-head of emerging markets debt relative di Schroders – Ciò sta rendendo i tassi di interesse reali molto attraenti, soprattutto in confronto a quelli dei mercati sviluppati, e sta attirando capitali. Di conseguenza, le valute emergenti si stanno rafforzando e le rispettive banche centrali hanno spazio per tagliare i tassi di interesse. Inoltre, le riserve in valuta estera stanno aumentando, ponendo le basi per un miglioramento della qualità del credito”.

 
Nonostante un quadro che rimane positivo sia per le azioni sia per il debito emergenti, persistono i rischi di un potenziale ritracciamento nel breve termine. “I mercati emergenti sono in rally da diversi mesi e iniziano a sollevarsi domande sulla durata di questo trend – conclude Keirle – Inoltre, dopo marzo, gli emergenti hanno superato solo il primo ostacolo: nel corso dell’anno potrebbero potenzialmente essere attuati altri due aumenti dei tassi, che dovrebbero offrire sostegno al dollaro”.

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