‘Inseguendo la crescita’: al Salone la ricetta dei risparmiatori

Per il 53% degli italiani strategico il ruolo del governo. Resta altissima (83%) la domanda di educazione finanziaria. Presentata oggi la ricerca dell’istituto Demia

 

Milano, 11 aprile 2017 – Politiche di detassazione per le aziende, lotta all’evasione fiscale, riforme del fisco, del lavoro e delle pensioni: queste le soluzioni che, secondo i risparmiatori italiani, faranno ripartire economicamente il Paese.

 

Le evidenze emerse dall’indagine quali-quantitativa dell’Istituto Demia per conto di Assogestioni sono state presentate oggi in occasione della prima giornata del Salone del Risparmio. Secondo il campione intervistato* – 3000 italiani tra i 18 e i 74 anni – il Governo (per il 53%), lo Stato ( per 44%) e le aziende (per il 35%) sono gli attori principali deputati ad innescare il processo di ripresa del Paese, seguiti dai cittadini e consumatori (30%), dalla commissione EU (26%), dalle banche (il 23%) e dai mercati finanziari (22%).Parallelamente al campione più di 400 professionisti del settore sono stati intervistati sui medesimi temi offrendo un quadro non sempre simmetrico rispetto alle percezioni dei fenomeni in atto.

 

“Da ormai tre anni, in occasione del Salone del Risparmio, indaghiamo le abitudini degli italiani, la loro propensione al risparmio e il loro livello di alfabetizzazione finanziaria”, spiega Walter Ottolenghi Presidente del Comitato Comunicazione di Assogestioni. “Quest’anno abbiamo deciso di focalizzare l’attenzione sulla spina dorsale della forza lavoro del Paese nel suo insieme con particolare riferimento alle tre generazioni rappresentate: i Millennials (18-34 anni), la Generazione X (36-54 anni) e i Baby Boomers (55-74 anni). Il risultato è un vero e proprio Osservatorio che fotografa un paese culturalmente abituato al risparmio ma che deve fronteggiare quotidianamente le difficoltà di una ripresa economica che stenta ad arrivare”.

 

Alle prese con uno scenario di ripresa economica incerto, che per il 55% degli italiani non inizierà almeno per i prossimi due anni, il 60% degli intervistati dichiara di risparmiare per gli imprevisti contingenti e le necessità improvvise e, solo in seconda battuta, per costruire il proprio futuro. Una tendenza diventata transgenerazionale e che riguarda non più solo i giovanissimi che vivono nel presente senza poter pianificare nel breve lungo periodo, ma anche le generazioni più anziane, sempre più focalizzate sul quotidiano a causa del senso diffuso di minaccia per i propri risparmi e il proprio patrimonio familiare. Il 79% dei risparmiatori considera una ripresa economica stabile come una delle premesse necessarie per tornare a risparmiare e a consumare e, in primis, per l’85%, conta lo sviluppo tecnologico e digitale del paese per competere sui mercati mondiali.

 

In questo contesto i Piani Individuali di risparmio, accolti dall’industria del gestito come una delle soluzioni auspicabili per favorire non solo la pianificazione finanziaria di lungo periodo ma anche investimenti verso l’economia reale, sono accolti

 

favorevolmente sia dai risparmiatori che dai consulenti. Anche se introdotti da poco già il 20% degli italiani dichiara di conoscerli spontaneamente e di considerarli utili per il 69%. Percentuali che aumentano sensibilmente nelle risposte dei professionisti: il 97% dichiara di conoscerli e l’87% dichiara di ritenerli utili per i risparmiatori.

 

Come per gli scorsi anni la domanda di educazione finanziaria continua a essere elevata con l’83% degli italiani che si dichiara favorevole ad un programma di avvicinamento al mondo del risparmio e degli investimenti, percentuale che sfiora la totalità del campione (97%) nelle risposte dei consulenti finanziari. Ancora una volta lo Stato (per il 56%) e le Banche e le istituzioni finanziarie (42%) sono i principali enti deputati, nell’opinione dei risparmiatori, alla promozione di questi contenuti educativi che, secondo il 53% dei rispondenti, dovrebbero rivolgersi a tutte le fasce d’età.

 

Nelle decisioni su risparmio e gli investimenti resta Imprescindibile la figura del consulente finanziario che si trova a fare i conti con un lavoro che, secondo gli stessi professionisti, è cambiato molto (per il 47%) moltissimo (per il 29%). A determinare il cambiamento, l’introduzione delle nuove tecnologie accolte positivamente dai professionisti: tra le trasformazioni più importanti avvenute col digitale la quasi totalità degli addetti ai lavori, (97%) indica la maggior velocità nel reperire le informazioni, seguita dalla possibilità di avere sotto controllo in modo efficiente i portafogli dei clienti (91%), e di essere tempestivi nel rapporto con i clienti (90%).

 

I risparmiatori italiani – spiega Diego Martone, presidente di Demia – hanno compreso la complessità del periodo storico che stiamo vivendo permeato da incertezze a livello mondiale, dall’avvento della nuova presidenza Trump al terrorismo, a livello europeo, dalla Brexit alla ricerca di nuove politiche economiche e monetarie, e italiano, dominato da un mercato del lavoro chiuso alle nuove generazioni e dalle difficoltà dell’economia. Per far fronte al futuro cercano alleanze in famiglia e protezione nel risparmio. Per far crescere il paese sono necessarie delle riforme importanti, ma abbiamo registrato che già iniziative più mirate, quali i Piani di Risparmio Individuale, sono molto apprezzate dagli italiani e segnano la via giusta”.

 

“In un’era dominata dalla digitalizzazione è fondamentale che i player del settore finanziario mettano la tecnologia a servizio del cliente – commenta Gianluca Talato, Responsabile Wealth Development & Client Advisory in CheBanca! – Oggi più che mai il ruolo delle banche è quello di accompagnare il risparmiatore nelle scelte di risparmio e investimento in modo chiaro, semplice e trasparente. Nel rapporto banca-cliente quindi serve lavorare sulla capacità di dialogo attraverso il canale più adeguato per ciascuna specifica esigenza e la componente fisico-relazionale rimane cruciale. Non a caso, nel suo cammino di crescita nel mondo del risparmio gestito, CheBanca! continuerà a dare un ruolo di primo piano alla rete di filiali e di promotori.”

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